Nessun hack possibile per i modelli più recenti di iPhone, parola di FBI.

L’eco della vicenda relativa all’iPhone 5C dell’attentatore del San Bernardino violato dalle autorità americane è destinato a durare ancora. Stando ad alcune voci inizialmente non confermate, qualora l’FBI si fosse trovata tra le mani un modello più recente di iPhone non sarebbe riuscita a sbloccare il dispositivo. Una sorta di conferma ufficiale è ora arrivata da James Comey dell’FBI che stando a quanto riportato dalla CNN “ha detto che lo strumento funziona solo su una cerchia ristretta di dispositivi che non include i modelli più recenti, come il 5S”.

L’inviolabilità del dispositivo sarebbe data dalla presenza della “Secure Enclave”, già menzionata in passato in occasione del problema dell’Error 53. Il “Secure Enclave” svolge una funzione di sicurezza, tenendo conto dei vari tentativi di accesso ai dati del dispositivo effettuati. Questo sistema di sicurezza è presente in tutti gli iPhone che utilizzano SoC A7 o successivi.

Le informazioni rilasciate dall’FBI risultano particolarmente interessanti per Apple che aveva palesato tutta la sua preoccupazione per una possibile falla nella sicurezza dei suoi iDevice.

L’FBI era stata categorica nel dire che non avrebbe rivelato ad Apple le procedure utilizzate per lo sblocco dell’iPhone 5C incriminato. Alla CNN questa scelta era stata giustificata dicendo : “Se lo dicessimo ad Apple lo risolverebbe, e torneremmo di nuovo al punto di partenza”.

L’affermazione secondo cui gli iPhone successivi al 5C sarebbero sicuri e quindi inviolabili, consentirebbe ad Apple di essere più tranquilla in merito alla sicurezza dei propri dispositivi.

http://fortune.com/2016/04/07/fbi-iphone-comey/